Il suicidio strategico dell’Europa

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Strade, 4 giugno 2021

La prima sfida in termini di preservazione di un ambiente mondiale fondato sulla libertà (e sulle libertà) per il mondo libero e quindi per l’Europa, è costituita dall’irresistibile ascesa economica, tecnologica e militare della Repubblica Popolare di Cina e, allo stesso tempo, la nuova mutazione del suo regime, da autoritario a totalitario.

La seconda è rappresentata dal rafforzamento della notevole capacità di arrecare danno e di destabilizzazione della Federazione russa, capacità che si traduce non tanto in una nuova minaccia militare per l’Europa, grazie all’importante aggiornamento strategico dell’Organizzazione atlantica, ma piuttosto in un accresciuto poter di nuocere agli interessi dell’Unione europea (e dei suoi stati membri) non solo nel suo vicinato immediato, in Ucraina, in Bielorussia, nel Caucaso meridionale, nel Medio Oriente e nel Maghreb ma anche in Africa. Lire la suite

Europas strategischer Selbstmord

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Geopolitica, Mai 2021

Die zunehmende Stärke der Volksrepublik China – in wirtschaftlicher, technologischer und militärischer Hinsicht, aber auch bezüglich ihres Wandels von einem autoritären zu einem totalitären Regime – ist im Hinblick auf die Bewahrung eines globalen Umfelds, das auf Freiheit (und Freiheiten) basiert, die erste Herausforderung für die freie Welt – und damit für Europa.

Die zweite Herausforderung ist das zunehmende Stör- bzws. Schadenspotenzial der Russischen Föderation, eine Macht, die sich nicht so sehr in einer neuen militärischen Bedrohung für die Union niederschlägt – aufgrund der großen strategischen Umstrukturierung des Nordatlantikpakts -, sondern sich vielmehr darin zeigt, dass sie den Interessen der Europäischen Union (und ihrer Mitgliedstaaten) beträchtlichen Schaden zufügen kann: Nicht nur in ihrer unmittelbaren Nachbarschaft, in der Ukraine, in Belarus, im Südkaukasus, im Nahen Osten und im Maghreb, sondern auch in Afrika. Lire la suite

Quali regole per la casa comune dei riformatori e liberaldemocratici italiani?

Strade, 29 Aprile 2021

Cosa c’entra l’appello lanciato da Linkiesta per “una nuova alleanza riformista e liberaldemocratica” con l’aspra battaglia in corso in +Europa? Se non tutto, molto, anzi moltissimo. Molto più della questione degli eventuali “contenuti” e delle priorità politiche comuni, tocca un punto, fastidioso per molti, quello delle regole dello stare insieme e degli statuti, cioè in breve dell’essere partito.

Se però, seguendo Gandhi, crediamo che «il fine è nei mezzi come l’albero è nel seme», non possiamo pensare di concepire un nuovo soggetto politico aggregativo delle forze riformatrici e liberal-democratiche, che esso sia “federativo” o “unitario”, senza porci la questione delle regole del suo funzionamento, in altre parole della sua carta statutaria. E quindi, se, come sostiene Linkiesta, “compete ai veri leader, se sono veramente tali, l’onere di farsi promotori del salto di qualità necessario per riconoscere che poiché l’obbiettivo politico è comune, esso va perseguito agendo di comune intento”, questo non basta, cioè non basta che tre, quattro, cinque leader si mettano intorno ad un tavolo e “decidano”. Lire la suite

I propagandisti di Putin. Il soft power del Cremlino sulla cultura italiana

Strade, 15 Aprile 2021

Mi si chiede un compito assai improbo: una critica del lungo e approfondito studio “L’influenza russa sulla cultura, sul mondo accademico e sui think tank italiani” di Massimiliano Di Pasquale e Luigi Sergio Germani. Compito improbo, perché in qualche modo il lavoro potrebbe essere “liquidato” in questo modo: analisi tanto impeccabile, quanto indispensabile. Lettura vivamente consigliata. Lire la suite

Sfiducia al Tesoriere di +Europa: spiegazione di voto

Sono uno dei 38. Uno di quelli che ha votato la sfiducia a Valerio Federico, il nostro Tesoriere. E che lo rifarebbe, senza nessun entusiasmo ma con la stessa convinzione perché ritenevo e continuo a ritenere che i suoi atti, che hanno portato alla presentazione della mozione di sfiducia, sono molto gravi.

Se, con Karl Popper, riteniamo che l’essenza della democrazia sia, essenzialmente, la possibilità di rimuovere chi “sta al governo”, la gestione del “tesseramento” da parte del tesoriere ha contribuito a far venire meno questa possibilità, non meno indispensabile alla vita democratica di un partito che a quella di un Paese. E la “difesa” del suo “operato”, la sua ricostruzione dei “fatti” non è stata soltanto non convincente, è stata pure offensiva. Lire la suite