Il processo a Vitaly Markiv è l’esempio di tutti i difetti del giustizialismo italiano
di Carmelo Palma e Olivier Dupuis
Il soldato italo-ucraino è stato condannato in primo grado a Pavia per l’omicidio del fotoreporter Andrea Rocchelli. L’intero processo però considera la prova della colpevolezza del soldato la sua stessa persona: perché, in quanto militare ucraino, sarebbe fascista per definizione
È in corso a Milano il processo di appello contro Vitaly Markiv, il cittadino italo-ucraino e soldato della Guardia Nazionale, condannato in primo grado a Pavia per l’omicidio di Andrea Rocchelli, fotoreporter italiano, morto insieme ad Andrej Mironov, dissidente russo e attivista per i diritti umani, e per il ferimento del fotografo francese William Roguelon, avvenuti il 24 maggio 2014 in una zona dell’Ucraina allora occupata da separatisti filorussi.